IL FAGGIO DEL CANSIGLIO

Chi conosce il Cansiglio, i suoi boschi dagli splendidi colori varianti nelle stagioni, la sua piana centrale con i suoi pascoli, i suoi sentieri  forestali, forse non sa che al centro di questo paradiso esiste uno dei più bei campi di golf di montagna. Giocare a golf a mille metri di altezza costituisce un’esperienza sportiva appassionante che consiglierei a tutti. Il prato ondulato, interrotto da avvallamenti e depressioni carsiche, le macchie di abeti, i laghetti, i monti lontani costituiscono un paesaggio che cambia di continuo quando si percorrono le varie “buche” del campo. Ma ciò che rende unico l’ambiente è il bosco che fa da quinta all’altopiano. Due sono gli alberi qui presenti: l’abete che occupa le quote più basse e il faggio che fa da padrone, rivestendo il resto dei monti circostanti.

Il faggeto del Cansiglio è uno dei più puri ed estesi d’Italia. Le piante sono alte, fitte, il sottobosco è pulito,     i suoi tronchi sono diritti, di un grigio lucido, argenteo, una cattedrale di colonne.

La Repubblica di Venezia, per secoli proprietaria della foresta, aveva emanato regole severissime per la conservazione di queste caratteristiche. Non concedendo alcuna attività umana all’interno, aveva stabilito attorno al bosco una zona di rispetto dove era solo tollerata la pastorizia e la raccolta del legname. Era il famoso “mezzo miglio”, in ricordo del quale restano tuttora alcuni toponimi.

Nell’Arsenale veneziano si usava il faggio per la costruzione delle navi, ma soprattutto per  i remi delle galee. Dai lunghi tronchi, ‘spaccati’ nel verso della fibra, si ottenevano remi di lunghezza fino a 11 metri. La richiesta era altissima se si considera che la più piccola galea era attrezzata con almeno cinquanta remi.

Il faggio fornisce da sempre un legno prezioso, versatile, che trova innumerevoli applicazioni. Tra queste mi piace ricordare l’invenzione ottocentesca del viennese Thonet che, servendosi del vapore, riuscì a piegare le liste di faggio, così da ricavarne forme eleganti e sinuose per sedie e mobili divenuti famosi nel mondo.

Alcuni fanno derivare il nome faggio dal greco phagein (mangiare) riferendosi  al suo poco noto uso alimentare. Dai suoi semi, le faggiole, un tempo si poteva ottenere farina alimentare e un olio di buona qualità, specie in determinate annate (le cosiddette ‘pascione’) quando la produzione delle faggiole era abbondantissima.

Il faggio, nume tutelare del Cansiglio e del suo campo di golf, merita a mio avviso questa breve presentazione.

                                                                                                                                               (G.F.)

2 pensieri su “IL FAGGIO DEL CANSIGLIO

  1. Alice dice:

    Buongiorno ho trovato l’articolo molto interessante. Abito a Conegliano, in mezz’ora posso essere in Cansiglio, ma conosco poco la sua storia anche se ne ammiro la bellezza del bosco e la maestosità dei suoi alberi. Grazie

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